jueves, 25 de febrero de 2010

GALEOTTA FU LA ZUPPA

Quando ancora non ti conoscevo, la Roby mi parlava spesso di te, dicendomi che non solo avevi la capacità di sfornare un quilt dietro l'altro, ma che oltretutto eri una cuoca straordinaria e che la tua zuppa di lattuga era una delizia per il palato. Sai benissimo quanto mi piacciono le minestre, quante volte alla sera, dopo aver cucito tutto il giorno, ci siamo dette:"...quasi quasi magnarìa 'na minestrina ...", ma solo per noi due però, perchè tuo marito sostiene che ... se roba da ospeal ...".
Quell'anno dopo essere tornate dal viaggio a Briançon, devo averti talmente tanto stressato l'anima con questa famosa zuppa di lattuga che alla fine mi hai invitata a casa tua.
Non sapevo che quel giorno, seduta davanti ad una scodella fumante della zuppa di lattuga più saporita che abbia mangiato in vita mia, sarebbe stato il primo di moltissimi altri giorni che avremmo trascorso insieme e che tra noi due stava nascendo un'amicizia profonda che è andata crescendo nel corso degli anni.
Sapevo solo che finalmente ce l'avevo fatta ad assaggiarla!

Stamattina, facendo le pulizie, ho sentito il bisogno di cantare e così ho cantato, a squarciagola, ho cantato tutte le canzoni più allegre che conosco, quelle dello Zecchino d'oro, Quel mazzolin di fiori, Chissà se va, La misa es una fiesta muy alegre ...ecc. ecc. ... quando me ne veniva in mente un triste mi dicevo ... e no! questa non posso! ...

Come è strano a volte l'animo degli uomini... a momenti mi sento come sospesa, come se il mio cuore si fosse fatto di pietra, non provo dolore, non sento niente, è come se mi fossi svegliata da un brutto sogno senza forze, mi sembra tutto solo una grossa bugia.
bugia bugia bugia bugia bugia bugia bugia bugia bugia bugia bugia bugia bugia bugia bugia

miércoles, 24 de febrero de 2010

MAMMA MAMMA DAMMI 100 LIRE ...

Mi sono tornate in mente in questi giorni le immagini dei documentari che raccontano le vicende dei nostri emigranti ...immagini di porti affollati, di enormi bastimenti carichi di persone, di fazzoletti bianchi sventolati per salutare ...
La gente partiva, andava lontano lontano per forse tornare un giorno, chissà...forse mai...
Allora non c'erano telefoni e cellulari, non c'era internet e non c'erano aerei.
Partivano i giovani, gli anziani, i bambini, a volte interi nuclei famigliari, a volte a due a due, giovani sposi, coppie di fratelli, tutti con le loro valigie di cartone con dentro poche cose, qualche fotografia, il vestito della festa, il rosario, la speranza di una vita migliore.
Allora partire significava sparire per sempre, non tornare mai più.
A volte la data della partenza si sapeva con largo anticipo, a volte era improvvisa, così, da un giorno all'altro qualcuno c'era e poi non c'era più, se n'era andato.
Quante lacrime in quei porti affollati e sui ponti di quelle navi, quante famiglie divise, quante amicizie perdute ...il transatlantico salutava con la sirena , staccava gli ormeggi e si allontanava dalla banchina lentamente, lasciando una lunga scia spumeggiante, fino a quando spariva all'orizzonte.
Allora la gente tornava a casa, in silenzio, a testa bassa, ognuno col proprio dolore chiuso nel cuore.
Dolori diversi, ma in fondo uguali per tutti.

lunes, 22 de febrero de 2010


Ti ho messo la foto di un'alba; non è quella di questa mattina, perchè ultimamente dormo poco e male e anche se tutte le sere mi ripropongo di svegliarmi in tempo per vedere il sorgere del sole, quando al mattino apro gli occhi me lo trovo di fronte bello alto nel cielo che se la ride sotto i baffi.

L'emozione che provo tutte le volte che vedo il sole sorgere dal mare è indescrivibile...vorrei potertela raccontare ma adesso non ho tempo, devo disegnare l'assemblaggio delle " onde dell'oceano" che devo insegnare oggi pomeriggio; ho guardato le tua fotocopia ma tu le hai fatte da 24 e io invece devo farle da 20.

Sono venute benissimo, con tutti i colori del sole e del mare...azzurre, gialle, turchesi e arancione...una meraviglia...vorrei tanto fartele vedere, ma siamo tanto lontane...

Poi mi metterò a tagliare le flying geese, ho dato un'occhiata alla fotocopia e, guarda caso, devo tagliare tre virgola sette...

sábado, 20 de febrero de 2010

FUERTEVENTURA
















Da qualche giorno le foto mi venivano come velate e pensavo di aver premuto qualcosa sulla macchina fotografica senza accorgermi, ma poi mi sono resa conto che l'obiettivo era incrostato di sale, dovuto agli spruzzi delle onde che mi venivano addosso quando ho fotografato la mareggiata che c'è stata qualche giorno fa.
Così ieri pomeriggio tornando da Puerto del Rosario mi sono fermata a Gran Tarajal dal fotografo che mi ha consigliato Alfredo "..sì sì, es un chico muy muy majo, seguro que puede hacer algo para tu camera de foto..."...infatti ha dato una soffiatina all'obiettivo, lo ha strofinato con un panno di microfibra, ha scattato una foto ad un quadro colorato che ha nel negozio, l'ha scaricata nel suo ordenador e guardata a lungo con interesse professionale, e alla fine mi ha restituito la macchina con un gran sorriso ... "¡ya está! ... ¿cuánto es?... nada nada ¡por favor!..."
Ormai dovrei essermi abituata alla gentilezza e disponibilitá delle persone che vivono qui, invece continuo a stupirmi tutte le volte.
Forse è meglio così, quando uno si abitua alle cose belle che ci dà la vita finisce di stupirsi e tutto diventa normale e scontato.
Per questo quando sono seduta sul letto e guardo l'azzurro incredibile dell'oceano, ascolto la musica meravigliosa delle onde che si infrangono sui sassi e del vento che mi accarezza la pelle, respiro questo odore di mare che fa parte di me dal giorno in cui sono nata ... e ancora quando guidando salgo e scendo per queste valli incantate, circondate da montagne a loro volta circondate dal mare, montagne dai mille colori perchè non ce n'è una uguale all'altra, montagne di roccia nera, montagne di sabbia, montagne dolci di terra scura, montagne aspre di sassi, sempre illuminate da un sole birbaccione che gioca a nascondino con le nuvole, facendo in modo che le loro ombre spinte dal vento scivolino leggere e veloci tra le valli come se giocassero a rincorrersi ... e ancora quando guardo questo cielo sempre diverso, dai toni infiniti di celeste e turchese, le sue nuvole rosa che sembrano il disegnate dalla mano di un bambino ... e ancora quando di notte la volta celeste sembra voler avvolgere e circondare la terra, così densa di stelle e vicina che sembra che allungando la mano si possano toccare ...
perciò, di fronte a tutto questo, ogni volta mi sale dal cuore questa preghiera: " mio Dio, ti prego, aiutami a non abituarmi mai a queste meraviglie, aiutami a conservare per sempre lo stupore del primo giorno in cui ho messo piede in quest'isola benedetta, aiutami a godere in ogni momento della bellezza della natura che mi circonda, anche se ho fretta, anche se sono in ritardo, anche se sono presa da mille cose e dalla quotidianità della vita.

jueves, 18 de febrero de 2010

SCOASSE E TRE VIRGOLA SETTE


Ai primi di gennaio la Roby mi ha coinvolta a partecipare ad un'iniziativa bellissima che ha trovato in un blog;
si tratta di un "Calendar quilt", che consiste nel cucire ogni giorno, per tutti i giorni dell'anno, una strisciolina di tessuto, una dietro l'altra, per ritrovarsi alla fine dell'anno con un quilt.
Questa idea mi è piaciuta moltissimo e mi sono iscritta con il proposito di iniziare a cucire subito, ma non è stato così.
Infatti ero alla ricerca di qualcosa di particolare, di diverso e bellissimo, qualcosa che avesse un significato speciale per me e che mi desse soddisfazione, ma intanto i giorni passavano e la mia testa era vuota e sanza nessuna idea che valesse la pena di prendere in considerazione.


Fino a ieri mattina.
E' stato come un lampo, un attimo, neanche il tempo di prendere respiro e di pensare, sono corsa a prendere la mia scatola con le nostre scoasse, sai , quella di plastica che ho comprato dai cinesi, le ho rovesciate tutte sul tavolo e le ho guardate.
La prima che mi è venuta in mano è stata una striscetta di quei tessuti olandesi che ti piacciono tanto e che hai usato per tanti quilts... l'ho messa sotto al righello tanto per scrupolo, perchè il mio occhio allenato aveva già visto che misurava tre virgola sette...
Anche la seconda scoassa misurava tre virgola sette, e così la terza la quarta la quinta...
Non ti puoi immaginare quante scoasse tre virgola sette ci sono in quella scatola, tre virgola sette olandesi, tre virgola sette marroni, verdi (per forza, i colori del bosco!), tre virgola sette del cervo, dell'orso, delle doppie girandole... mancano gli azzurri e i gialli, perchè li ho tutti requisiti e messi nella scatola del sampler " Mare e monti" ...

Così ho incominciato a mettere tutte le striscette in fila, una sotto l'altra, cercando di capire quanto lunghe dovevo tagliarle perchè avessero tutte la stessa misura.
Mi sarebbe piaciuto un 11,25 così poi sarebbe stato 2,5 x 10, sai che sono un po' "perfettina", come mi dici sempre tu, ma la maggior parte erano già pronte con un bel 9,75 che poi sarebbe 8,50 ... 9,75 x tre virgola sette... ma che cosa ci hai fatto con delle strisce di questa strana misura?...così ho ceduto alla violenza.


Non ho usato solo le tue scoasse, ci ho mescolato anche le mie, altrimenti che amiche siamo?
Ho incominciato a tagliare questi nostri pezzi di vita e mentre tagliavo pensavo ma cosa sarà mai questo patchwork, ma cosa saranno mai questi piccoli pezzetti di fili intrecciati a formare piccoli pezzetti di tessuto colorato che misurano tre virgola sette...


Ho tagliato e cucito come una furia a testa bassa, una striscia dopo l'altra, un giorno dopo l'altro, prendendole su a caso, cercando solo un minimo di contrasto tra una striscia e la seguente, senza scegliere...la verità è che possiamo scegliere solo fino a un certo punto come sarà il nostro oggi o il nostro domani.
Fuori l'oceano era in burrasca, le onde arrivavano a coprire il molo, il cielo era grigio di pioggia e il vento soffiava così forte che sembrava volesse portarsi via la casa.


Avrei voluto un quilt bellissimo, ma non so se lo sarà e sinceramente non me ne importa un fico secco... spero che tu capisca cosa voglio dire con questo, è che la mia priorità è tagliare e cucite scoasse da tre virgola sette, il resto non mi interessa.
E' come quando l'altro ieri ho fatto la spesa e nel carrello ci ho buttato di tutto con rabbia, pensando ma sì, ma chissenefrega...
Rabbia e incredulità per le cose che considerate immutabili debbano un giorno cambiare, nostro malgrado.

Mentre tagliavo e cucivo tre virgola sette, mi è tornato in mente quel libro, di cui non mi ricordo il titolo, che parla di quel gruppo di quiltiste che si riunisce per cucire il quilt per le nozze della nipote di una di loro.
C'è un capitolo che racconta che quando una di loro scopre che il marito l'ha tradita con la sua migliore amica, con un martello sistematicamente si mette a rompere tutto ciò che c'è in una certa stanza, comprese le piastrelle delle pareti e il pavimento, fino a quando non esiste più nulla di intero.
Poi arriva il giorno che comincia a raccogliere tutti i pezzetti che sono rimasti per terra e li incolla alle pareti, sistematicamente, pezzetto dopo pezzetto, coccio dopo coccio...cocci di mobili, di soprammobili, di piatti, cocci di vita.


Ecco, in questo periodo mi sento così, come se qualcosa di più grande e più forte di me stesse prendendo a martellate la mia vita e il mio cuore...
Ma io ho capito che devo raccogliere tutti i pezzi e cucirli insieme, sistematicamente, tre virgola sette dopo tre virgola sette, con pazienza e determinazione.
E' l'unica cosa che posso fare, non posso far smettere di martellare ma posso chinarmi a raccogliere i cocci e cucire, cucire e cucire, pensando a noi due.
Dai, fatti forza, ti prego, aiutami che da sola non ci riesco ma in due ce la possiamo fare ... una taglia e l'altra cuce e stira...tre virgola sette, come sempre.



miércoles, 17 de febrero de 2010

TRE VIRGOLA SETTE E SCOASSE











Quante volte ci siamo guardate incredule quando ci rendavamo conto, alla fine di una progettazione, che per l'ennesima volta dovevamo tagliare 3,75, o tre virgola sette come dici tu.
Stamattina, mentre ti raccontavo che il taglio rotella dell'ultimo progetto in cui mi sono imbattuta è come sempre tre virgola sette, ho ripensato a tutte le volte che abbiamo cucito insieme, a tutti i nostri tre virgola sette, ai tuoi verdi, ai miei azzurri e ai nostri marroni.
Ho ripensato alla nostra "Sinfonia di nove toppe a quattro mani" che sta ancora nei nostri rispettivi armadi in attesa di una degna quiltatura.
Quel giorno, come al solito, mentre trafficavi in cucina, me ne stavo seduta in poltrona leggendo un giornale che tu, come al solito, avevi lasciato in bella vista perchè, come al solito, sapevi che c'era qualcosa che avrebbe attirato la mia attenzione...
"..guarda!!!! che bello!!!!!!! che bei colori!!!!!!!!! tutti quadrati come piace a me!!!
"Allora dai, proviamo, facciamo un pezzettino, solo qualche piastrella tanto per vedere come viene..."
E, come al solito, da sotto la panca del tuo "ufficio" sono saltate fuori scatole di cartone brulicanti di tessuti...marroni, rosa, tessuti di sfondo...
"...quarda qua, che ben, ciavemo tutto quello che ci serve, questo è un marron marron, questo un marron caffelatte, questo un marron cioccolato, fondente però..."
Una tagliava, l'altra stirava e cuciva, concentratissime...tre virgola sette...tre virgola sette...tre virgola sette...che do maroni...ma no che no i se do, guarda quanti che ghe ne gavemo...marron nocciola, marron orso, marron cervo...
" 'speta che misio la pignata, se no se brusa e el me dise che so distratta..."
" Sì, saranno solo nove toppe...però quanto lavoro che ghe vol..."
La mattina dopo avevamo già cucito varie piastrelle e ci restavano un'infinità si strisce tagliate e di quadratini da tre virgola sette... e io dovevo partire...
Ok, una piastrella a me e una a te, una a me e una a te, 10 strisce a me e 10 a te , 257 quadratini a te e 257 a me...poi continuiamo a cucire ognuna a casa propria e vediamo cosa succede...
...sono successi due quilt matrimoniali, gemelli, bellissimi, due sinfonie di nove toppe, a quattro mani per l'appunto.


Sotto al tuo tavolo c'è un cestino con le orecchie da coniglio e una scatola di latta dove butti le scoasse.
Le scoasse sono tutti i ritagli di tessuto che pensi che non ti servano più e che sai che mi piacciono tanto e che quindi generosamente butti via, sapendo che tutte le volte che vengo a trovarti te le chiedo e che tutta contenta mi porto a casa.
" ti se na pessotona...mi dici sempre...
Ma poi le uso sai, non credere che restino lì, in un sacchetto della spesa...
Per il sampler "Mare e monti" ho utilizzato e sto utilizando tantissime scoasse e più di una volta tra le scoasse ho trovato proprio quel pezzettino di tessuto di cui avevo bisogno...
Poi quando sono a casa me le guardo, se ho tempo me le divido per colore, in un cassetto i verdi e gli arancioni, in un altro blu azzurri e gialli, in un altro marroni e rossi, gli sfondi da soli.

Le tue scoasse insieme alle mie, tutte le volte che le guardo penso a noi due, a tutto ciò che abbiamo condiviso, ai nostri quilts, a quelli che abbiamo fatto, a quelli che abbiamo immaginato e a quelli che non avremo mai il tempo di fare.
Ma come dico sempre, sono sicura che in Paradiso ci sono gli interrutori, però la macchina da cucire preferisco portarmela io, non si sa mai che abbiano finito i piedini da 6mm....

sábado, 13 de febrero de 2010

MARE E MONTI











Aquí están los bloques de la semana pasada, chicas...




¡buen trabajo a todas!

LA CALIMA
















La calima è quel fenomeno atmosferico che si presenta quando soffia il vento dal deserto, portando con sè la sabbia sotto forma di una polvere impalpabile e invisibile.

Quando c'è calima è come se tutto fosse avvolto dalla nebbia, solo che l'aria è secca, calda e pesante.
Il paesaggio è irreale, il sole è talmente pallido che lo si può guardare senza problemi, le montagne spariscono e non si distingue il mare dal cielo.

La calima non si vede e non si sente, anche se tutti la respirano; la maggior parte delle volte se ne va dopo qualche giorno, ma se permane più a lungo molte persone cominciano ad aver problemi agli occhi e alle vie respiratorie, con tosse, mal di gola e raffreddore.

Quando c'è calima tutti sono un po' tristi e depressi, io non ci credevo ma mi sono accorta che è vero, ci si sente stanchi e non si ha voglia di far niente.

Qualsiasi superficie si ricopre di una polvere marrone talmente impalpabile che non si vede, ci si accorge che c'è solo se ci si passa un dito sopra, ed è talmente sottile che in certe case entra anche con porte e finestre chiuse.
Ma non si può rimanere con porte e finestre chiuse, fa troppo caldo...e allora non c'è scampo!

Per fortuna la calima dura poco, solo qualche giorno, fino a quando cambia il vento.
Allora appaiono le prime nuvole che spingono via la foschia, che lascia il posto a pennellate di cielo turchino.
A volte se ne va con la pioggia: cadono solo alcune gocce, grosse come quelle dei temporali d'estate, ma pesanti e cariche di sabbia.
La calima se ne va, il sole torna a splendere e la gente, dopo aver ripulito le finestre e lavato la macchina, ricomincia a sorridere.










viernes, 12 de febrero de 2010

INOLTRE

...oltre a ciò che devo per forza fare, c'è anche quello che avrei voglia di fare ma che non ho tempo per fare.
Vorrei andare in spiaggia, prendere il sole in terrazza, andare a vedere il tramonto a la Pared, prendere la macchina e andare in qualche posto a caso, cucire per me, quiltare per me, chattare con i miei amici, comprare lo specchio da mettere sopra la cassettiera in camera, leggere un bel libro, ascoltare il telegiornale italiano, navigare por internet, comprare qualche bel tessuto on line, andare a Las Palmas per vedere i negozi patchwork, andare all'Ikea...ecc. ecc.
a i u t o o o o o

NON MI SONO PERSA

Sono sempre qui, è che sono sommersa da priorità...è vero, lo so, bisogna saper scegliere, tutto non si può fare...
Ma come si fa quando uno deve far tutto, quando tutto è una priorità?
Aiutooooooooooooooo.......
Per forza devo cucire progettare disegnare spedire scrivere tradurre telefonare lavorare leggere riordinare quiltare mangiare dormire ecc.ecc.
a i u t o o o o o o